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Botanica e agronomia
Sommario

 

Stabilire le caratteristiche del terreno in un giardino, in un orto o in un frutteto, ci consente di scegliere adeguatamente le piante che meglio vi si adattano. Diversamente possiamo capire come intervenire per correggerlo e modificarlo a nostro favore.

TERRENI ARGILLOSI

Questi suoli si presentano tipicamente poco permeabili: quando piove l’acqua stagna sulla superficie per molte ore, a volte per giorni. Prelevandone una manciata, quando umido, si può modellare come fosse plastilina. Quando asciutto si presenta molto duro e compatto. I problemi principali di un terreno argilloso sono

  • scarso drenaggio e frequente ristagno
  • conseguente rischio di asfissia e marciumi radicali

COME CORREGGERE UN SUOLO ARGILLOSO

La cosa migliore da fare per affrontare questo tipo di terreno è apportarvi qualche carriola di sabbia, fino a distendere sulla superficie uno strato di 10-20 cm. La sabbia va poi vangata o meglio integrata con un motocoltivatore insieme al terreno esistente, miscelandola insieme ad esso per una profondità variabile: maggiore sarà lo strato corretto e migliore sarà la permeabilità del terreno e minore il rischio di ristagno idrico. Di solito è difficile lavorare il terreno oltre i 40-50 cm, a meno di sforzi consistenti o di utilizzare macchinari agricoli o professionali.

In terreni argillosi e caratterizzati da un forte rischio di ristagno idrico c’è un’altra buona precauzione da prendere quando andiamo a piantumare un albero o un cespuglio: la buca d’impianto sarà il più larga e il più profonda possibile, almeno il doppio della zolla che inseriremo in larghezza e profondità. Sul fondo della buca stendiamo 15-20 cm di materiale grossolano, che permetta all’acqua di non stagnare nell’immediata circostanza del giovane apparato radicale. Il volume laterale della buca potrà invece essere riempito con il terreno di riporto, corretto come sopra mediante aggiunta di sabbia.

COME SCIOGLIERE UN TERRENO ARGILLOSO

C’è poi un ulteriore intervento che va consigliato: l’aggiunta di sabbia migliora sicuramente la capacità di drenaggio ma probabilmente non vi risolverà del tutto la tendenza dei terreni argillosi ad impastarsi e a restare plastici quando umidi e duri quando asciutti. Per correggere questo aspetto va aggiunta una buona quantità di materiali organici, anche di facile reperimento:

  • composta di foglie raccolte in giardino
  • sfalci del giardino
  • letame o stallatico
  • torba e terricci per giardino
  • compost (magari prodotto con la compostiera domestica)
  • humus di lombrico

TERRENI SABBIOSI

Meno frequenti ma comunque spesso difficilmente coltivabili, i terreni sabbiosi offrono un ottimo drenaggio e una tenacia limitata, fattori che li rendono facilmente lavorabili. I terreni sabbiosi hanno grana più grossa, difficilmente si compattano e al tatto sentirete i granelli di sabbia in maniera distinta. I problemi che vi si possono riscontrare sono:

  • bassa disponibilità idrica (asciugano molto velocemente e trattengono poca acqua)
  • bassa fertilità

COME CORREGGERE UN TERRENO SABBIOSO

Un terreno sabbioso può essere corretto aggiungendovi del materiale organico come sopra: compost, letame, torba, foglie secche e sfalci del prato, humus di lombrico.

I terreni sabbiosi sono spesso indicati per la coltivazione di piante ortive bulbose, tuberose o fittonanti, alle quali offrono poca resistenza all’accrescimento delle parti sotterranee (ipogee):

  • carote
  • patate
  • cipolle, aglio, scalogno
  • rape e ravanelli

ma anche asparago, finocchio, pomodoro, melanzana, anguria e melone.

In giardino i terreni sabbiosi possono ospitare (laddove il clima lo consenta) piante grasse e succulente, poco esigenti dal punto di vista idrico e compatibili con suoli molto drenanti e poco fertili.

COME CAPIRE SE IL TERRENO È ARGILLOSO O SABBIOSO

Se le analisi di tipo qualitativo sopra descritte non vi hanno dato esiti convincenti, c’è anche la possibilità di approssimare un esperimento che viene tuttora utilizzato nei laboratori e che, semplificando, ci può comunque dare una preziosa indicazione sulla tipologia di terreno.

Quello che andremo a valutare è la tessitura del terreno, ovvero la distribuzione percentuale delle diverse particelle, raggruppate in base alla loro dimensione.

  1. Una volta raccolto il campione di terreno (vedere sotto come prelevarlo correttamente) va fatto asciugare e va setacciato con una maglia di 2 mm.
  2. Tutto quello che non passa il setaccio (sassi e ghiaia) costituisce lo scheletro e può essere allontanato: lo scheletro va preso in considerazione solo se è presente in maniera consistente e può recare problematiche alla lavorazione del terreno ma di norma così non è.
  3. In una bottiglia di 1,5-2 litri inseriamo il terreno setacciato per metà e aggiungiamo acqua fino quasi a riempire.
  4. Agitiamo e lasciamo depositare per 12-24 ore.
  5. Passato questo intervallo dovremmo avere l’acqua nella parte superiore della bottiglia piuttosto limpida e il terreno depositato sul fondo.
  6. Nelle parti più basse troveremo le particelle di calibro maggiore, che sono precipitate prima essendo più pesanti: costituiscono la quota di sabbia (particelle con diametro tra i 2 mm e gli 0,005 mm).
  7. Nelle parti intermedie si deposita il limo, con particelle di calibro compreso tra gli 0,005 mm e gli 0,002 mm: questa componente ha caratteristiche intermedie tra sabbia e argilla.
  8. Lo strato più alto, spesso di colore più giallastro, è costituito dalle particelle più fini e di diametro inferiore agli 0,002 mm: si tratta dell’argilla.
  9. Possiamo quindi misurare questi strati e stabilirne la presenza in percentuale.
  10. Queste percentuali vanno inserite entro lo schema noto come triangolo della tessitura che darà come risultato il tipo di terreno in esame.
Tre campioni differenti dopo la sedimentazione

Di seguito l’esito dell’analisi effettuata su tre campioni prelevati nei campi vicini al mio vivaio.

Il primo campione risulta corrispondere ad un terreno di medio impasto: terreni di questo tipo presentano un buon equilibrio tra sabbia, limo e argilla, e sono idonei alla maggior parte delle coltivazioni. Hanno una buona disponibilità di aria e acqua, si presentano permeabili, fertili e facilmente lavorabili. Sono detti anche terreni di medio impasto.

Il seconto campione ha invece una quota limitata di sabbia ed eccede in particelle fini di limo e argilla. Corrisponde ad un terreno argilloso-limoso. E’ un terreno asfittico e poco permeabile, sconsigliabile per la maggior parte delle colture agricole e ornamentali.

All’opposto, il terzo campione analizzato restituisce un risultato scontato anche alla valutazione qualitativa: è prettamente sabbioso, molto leggero e sciolto. Anche in questo caso solo alcune colture specifiche possono trovare idoneo questo tipo di suolo: molto drenante ma spessopoco fertile ed incline a trattenere poco l’acqua, con rischi frequenti di stress idrico per le colture.

COME PRELEVARE UN CAMPIONE DI TERRENO

Affinché un campione di terreno sia rappresentativo, è utile seguire queste indicazioni:

  1. Prelevare più campioni in maniera distribuita sull’appezzamento di terreno
  2. Scartare lo strato superficiale del suolo, possibilmente i primi 10-20 cm: sono esposti agli agenti atmosferici e potrebbero non ricalcare le caratteristiche degli strati inferiori nei quali si sviluppano gli apparati radicali
  3. Mescolare i diversi capioni ed estrarre un campione unico, somma dei precedenti.
  4. Avviare quest’ultimo all’analisi di cui sopra.

Nei laboratori l’esame prevede ulteriori passaggi preparativi al campione volti ad eliminare i carbonati (mediante aggiunta di acido cloridrico) e ad ossidare i residui di sostanza organica (trattandolo con acqua ossigenata).

Tale raffinatezza è richiesta nel caso di analisi volte alla valutazione di suoli destinati a colture da reddito; in ambito amatoriale, la versione semplificata dell’anali che abbiamo presentato, può dare un’utile ed economica indicazione sulle caratteristiche fisiche del terreno.

 

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